lunedì 4 luglio 2011

Limoncello, che delizia!

Se non antica, certamente “datata” è la ricetta per preparare questo delizioso liquore a base di limone: il limoncello. Oppure limoncino, se così vi piace. Certamente l’aroma ed il sapore del limone, sprigionati da questa bevanda generalmente poco alcolica, sanno evocare tutto il profumo, il colore ed il sapore del limone tipico delle nostre coste. Mediterraneo: terra d’aromi unici ed apprezzati in tutto il mondo! Nelle calde terre del sud maturano i migliori frutti che forniscono la materia prima per la preparazione di questo aromatico nettare. Da sempre il limoncello viene preparato con passione. Il tempo di maturazione esprime la saggezza che solo una tradizione campestre sa dare, per offrire a tutti la gioia di questa deliziosa bevanda.

Prodotto in forma artigianale, il limoncello richiede tempi di maturazione che permettano di poter estrarre l’essenza principale, cioè gli oli essenziali che gli conferiscono il caratteristico aroma. Anche il colore, che tanto richiama il sole, è frutto della macerazione delle scorze in una soluzione a base di alcol e zucchero. Il tempo è il sommo maestro in questo procedimento di osmosi, in cui ogni componente si fonde con l’altro, per dare vita a un liquore ricco di profumo, sapore e colore. Le presentazioni disponibili sul mercato, frutto di lavorazioni industriali, mantengono inalterato il procedimento, basato sempre sulla trasformazione di prodotti assolutamente naturali.

Il limoncello è una bevanda ideale per concludere un pranzo o una cena. Servito freddo, accompagna degnamente dolci, gelati e portate a base di pesce. Perché privarsene? Il piacere di un sorso di limoncello può portare refrigerio nelle torride giornate estive (senza abusarne, però). Fondamentali sono gli ingredienti. La preparazione prevede, infatti, che venga utilizzata solo la scorza, ricca di profumo, evitando l’uso della parte sottostante, bianca e leggermente amarognola, che donerebbe al liquore un sapore certamente meno attraente. Semplici accorgimenti dettati dalla sapienza popolare, che ha permesso di portare sulle tavole di tutti questo liquore unico nella sua fragranza e nel suo sapore. Il suo impiego è inoltre raccomandato in preparazioni dolciarie e prodotti di raffinata pasticceria.

Le presentazioni disponibili oggi in ogni supermercato, vestono il limoncello in forma unica. Bottiglie originali nei disegni, degne presentazioni per un regalo speciale. La fragranza di questa delicata bevanda rimane prigioniera e consegnata al tempo, in queste presentazioni che sanno risaltare al meglio la qualità di questo macerato naturale. Una storia vecchia, dunque, che porta con sé tutta la tradizione e la passione che hanno permesso di trasformare in delizia ciò che la terra ha saputo donare con i suoi frutti.

Il delizioso vino della Toscana sulle nostre tavole

Gli amanti della buona tavola non possono disgiungere il piacere di una deliziosa portata dall’accompagnamento di un bicchiere di buon vino. E che c’è di meglio di un delizioso vino della Toscana? La particolarità della terra, i tannini che conferiscono il caratteristico colore, i microclimi che identificano ogni piccola zona che si stende fra il mare e gli Appennini, determinano il gusto di vini ineguagliabili. Vini che esaltano i colori, i sapori ed i profumi di una terra generosa. La Toscana non è solo la culla di geni artistici ma anche di maestri vinai: questi ultimi hanno saputo trasformare le uve in nettari che si sono imposti a livello mondiale.

Possiamo fare una classificazione (seppur riduttiva) del vino della Toscana. D’altra parte sono tanti e tali questi vini, che sarebbe impossibile farne un elenco esaustivo. Possiamo dunque fare una prima e semplice scrematura: i classici rossi ed i bianchi, come la tradizionale Vernaccia di San Gimignano. Ma non va dimenticato il vino novello: giovane, acerbo, dal sapore inconfondibile, questo vino riesce a suscitare ad ogni nuova vendemmia l’entusiasmo di un gran numero di appassionati. E per chi ama i sapori convinti, il palato rotondo dei rossi che si accompagnano con carni e selvaggina, beh, l’imbarazzo solo sta nella scelta. Ed ora vedremo il perché.

Sarebbe impossibile immaginare la produzione del vino della Toscana senza citare un nome che la identifica totalmente: il Chianti. Così come non renderebbe giustizia a questa terra ignorare la qualità di uno dei vini più pregiati ed apprezzati al mondo: il Brunello di Montalcino. Abbiamo parlato della qualità della terra, ma va anche sottolineato l’aspetto fondamentale che i microclimi rivestono nel processo di maturazione delle uve, un equilibrio che ondeggia fra pioggia e sole, fra un’attenta passione contadina per i vigneti e la sapiente arte di trasformazione del mosto. Nei fiaschi impagliati di un tempo, maturava il vino che fu celebrato dai poeti e che ancora oggi dona gioia agli amanti del buon bere.

L’originalità di questi vini è stata tuttavia certificata per evitare qualunque tentativo di adulterazione. Le uve devono essere certificate in base alla zona di provenienza, ad esempio, per assicurare ai consumatori un prodotto realmente genuino. Le certificazioni a cui i vini toscani sono assoggettati, sono la DOC (denominazione di origine controllata), la DOCG (denominazione di origine controllata e garantita) e la IGT (indicazione geografica tipica). È a quest’ultima categoria che appartengono i vini forse meno conosciuti, ma non per questo qualitativamente meno apprezzabili, della regione.